Una lunga storia alle spalle

Il formaggio di malga del caseificio Vezzena ha una lunga storia e tradizione infatti se ne racconta giù a fine Ottocento. Era giù consumato ai tempi della Prima Guerra Mondiale, unico assaggio dei sapori di casa che i soldati al fronte aveva ancora. Pare fosse uno dei formaggi preferiti dell’imperatore Austroungarico Franz Joseph. Da sempre si usa il Vezzena per condire i piatti come zuppe, minestre o anche i tradizionali canederli in brodo ma si può anche consumare da solo con un pezzo di pane per una merenda dopo il lavoro nei campi.

Una brevissima lista di ingredienti

Per la produzione formaggio di malga il caseificio Vezzena utilizza ancora la ricetta tradizionale senza aggiunge nessun tipo di conservante o additivo. La ricetta prevede che vengano messi in cottura il latte monto la sera prima e quello appena munto in mattina presto perché si tratta di latte che hanno una diversa contrazioni di grassi e nutrienti. Il latte di montanina è così buono perché le mucche, di razza Bruna o Grigia Alpina, mangiano solo ed esclusivamente l’erba dei pascoli di alta montagna, anche nei periodi invernali grazie alla falciatura dei prati a fine estate. Ai due tipi di latte si aggiunge il caglio di origine bovina e il calore fa si che il latte si caglia formando una serie di agglomerati che vengono raccolti in teli di cotone e messi nelle forme.  Segue la salatura che può avvenire a secco oppure in salamoia.

Le diverse stagionature

Dopo le prime fasi le forme di formaggio di malga Vezzena vengono messe a stagionare in base al tipo di risultato che si vuole ottenere. Per avere un formaggio ancora morbido che sa di latte, la stagionatura sarà di qualche mese; la pasta del formaggio sarà bianca e morbida. Arrivando invece a stagionatura di due anni, il formaggio diventa Vezzena stravecchio dalla pasta dura, gialla e molto saporita, perfetto anche da grattugiare.

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