L’epidemia dovuta al coronavirus sta condizionando non solo la vita sociale, ma anche il lavoro nelle fabbriche. Per molte c’è stato lo stop, mentre alcuni settori stanno continuando a operare, tenendo conto delle misure di sicurezza che sono state stabilite con i decreti governativi e che vanno ad incrementare quelle che erano già previste per la protezione dagli infortuni e dalle malattie professionali.

Anche in fabbrica quindi si devono osservare dei protocolli più stringenti per evitare contagi che poi i lavoratori potrebbero “trasportare” all’interno delle loro abitazioni in una catena che sarebbe veramente difficile spezzare.

Le misure sono state discusse tra le varie parti interessate, governo, strutture sanitarie nazionali, lavoratori e sindacati, e si è giunti all’emissione di un protocollo che ha regolamentato tutte le misure da mettere in atto in questo periodo. Naturalmente sono state definite anche in base alle diverse tipologie di aziende che continuano a lavorare, tenendo presente spazi e ambienti di lavoro.

Le aziende che non hanno la possibilità di mettesi in regola secondo queste disposizioni devono quindi restare chiuse e verrà fatto ricorso agli “ammortizzatori sociali” per garantire i lavoratori sia dei vari reparti che degli uffici. Per quelle attività che lo permettono è previsto di attuare procedure di “smart working” per evitare di esporre a rischi i propri lavoratori. Le aziende che continuano ad operare devono fornire una “informazione” completa ai lavoratori riguardo alle misure di sicurezza e fare ricorso ad un confronto costante con i sindacati. Le stesse indicazioni devono essere fornite anche a chi si reca in azienda per consegne o ritiri od anche solo per colloqui negli uffici. Tra le informazioni da rendere note anche quella dell’obbligo di “restare a casa” se il lavoratore ha sintomi di febbre con una temperatura maggiore di 37,5° e di avvertire il proprio “medico di base”. La temperatura dovrà essere misurata al momento dell’ingresso in fabbrica con divieto di ingresso per chi supera il limite dei 37,5°.

Il “distanziamento sociale”, cioè la necessità di distanziare tra di loro le varie postazioni di lavoro è la precauzione principale, che si raggiunge anche con la turnazione, con gli orari di lavoro sfalsati e con il ricorso a periodi di ferie alternate, in modo da avere un minor numero di persone in fabbrica. L’azienda deve mettere a disposizione dei lavoratori anche i dispositivi individuali di protezione come le mascherine ed i guanti e fornire i gel ed i disinfettanti per il lavaggio delle mani, oltre ad effettuare una pulizia giornaliera degli ambienti di lavoro ed una sanificazione in periodi più ravvicinati rispetto alle tempistiche abituali.

Anche all’interno degli uffici, oltre che nei reparti adibiti alla produzione, deve essere effettuata una pulizia accurata, in special modo per le tastiere dei computer, i mouse e gli schermi touch. Per il movimento del personale all’interno dell’azienda si devono individuare dei percorsi che consentano il “distanziamento sociale”. Questo è valido anche per i fornitori, per i quali si possono anche stabilire delle tempistiche di accesso non ad orario pieno. Naturalmente non sono consentite le riunioni e tutti i corsi interni sono sospesi, così come gli eventi non collegati all’attività lavorativa.

Di admin